Poche parole su I FIGLI DEGLI UOMINI (Children of men), uno dei piu` bei film degli ultimi anni che deve sicuramente molto a certi capolavori, letterari come
1984 di
George Orwell, cinematografici come
THX1138 di
George Lucas e
Brazil di
Terry Gilliam e (perche` no) musicali come
Animals dei
Pink Floyd, per quanto riguarda l'atmosfera e la filosofia che lo sostiene. Quello che Alfonso Cuarón e i suoi collaboratori hanno apportato e` un impatto visivo (e sonoro) incredibilmente coinvolgente e per questo reale. Prova ne sono i fantastici piani-sequenza, fatti da un'unica inquadratura piuttosto lunga, caratterizzata da un'ininterrotta continuità temporale, senza tagli quindi, che svolge di per sé il ruolo di un'intera scena. Veri momenti d'arte per un film che e` un colpo al cuore. Per il suo pessimismo infinito nel vedere il genere umano auto-distruggersi, quando non ha piu` necessita` di pannolini e di altalene, ma anche per la sua incredibile speranza che non tutto possa e debba morire con il peggio di noi. T.
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