domenica 31 maggio 2009

STAR TREK (2009)



Secondo film da regista per J.J.ABRAMS,decisamente migliore del primo (MISSION IMPOSSIBLE III).Una buona storia e ottimi effetti speciali per una pellicola che ci presenta i giovani Kirk e Spock in un prequel della serie di STAR TREK.Il "cattivo" di turno è il capitano Nero,venuto dal futuro per vendicarsi con Spock e l'intera Federazione;il suo arrivo però porta eventi mai accaduti,quindi alla creazione di un futuro alternativo che Kirk e l'anziano Spock(Leonard Nimoy,famoso interprete della serie tv del 1966) cercheranno di cambiare.Tutto il contrario di "Quel che è stato è stato",titolo di una puntata di lost e tema ricorrente delle ultime due stagioni della serie.La firma è sempre di J.J.ABRAMS, il pensiero forse no.
Per chi ama la fantascienza...



G.

venerdì 29 maggio 2009

Il giorno dopo a JERICHO


Voi cosa fareste se, un giorno, 23 bombe atomiche distruggessero altrettante grandi citta` e voi rimaneste isolati nel vostro piccolo paesino, miracolosamente rimasto intatto, senza piu` notizie e costretti a ripartire da zero, tra panico generale e voglia di ricominciare una nuova vita?
Gli abitanti di Jericho cercano di rispondere a questa domanda, tra umanita` e violenza, disperazione e speranza, per una stagione e mezza... poi gli ascolti, giudicati troppo bassi, hanno lasciato le risposte solo alla nostra fantasia... speriamo.
T.

giovedì 28 maggio 2009

The Shield e il "cattivo" detective


Su consiglio di un amico, ho incominciato a vedere THE SHIELD, serie americana iniziata nel 2002.
Devo dire che i primi episodi mi stanno sinceramente appassionando, e molto. Storie ben costruite, crude e realistiche, girate a tratti in modo quasi amatoriale, per aggiungere quel tocco di verita` che non guasta mai. Protagonista e` Michael Chiklis, che, ancora giovane, ho avuto modo di apprezzare nella serie, ormai vecchia, di Il commissario Scali. Anche li` poliziotto ma, in quel caso, un senza macchia, difensore degli oppressi e rispettoso, lui per primo, delle leggi. Qui invece il suo personaggio e` molto piu` complesso e, diciamoci la verita`, interessante perche` bene e male, interessi privati e bene pubblico, si mescolano e si confondono quotidianamente nelle sue parole e azioni. E questo suo modo di vivere e di vedere la realta`, mai solo bianca o nera, lascia molto spazio di manovra alla serie e poche certezze a noi spettatori, solleticando la nostra curiosita`. NYPD – New York Police Department ha seminato bene, a suo tempo, mi viene da concludere.
T.

martedì 26 maggio 2009

PRISON BREAK: la pausa e` finita


Dopo 4 stagioni, si e` conclusa una delle serie americane piu` appassionanti ed intelligenti degli ultimi anni: PRISON BREAK. La prima stagione rimane la migliore, incredibilmente complessa nella sua coerenza interna, 22 episodi, densi e tirati, per organizzare una fra le piu` clamorose evasioni mai viste in tv. La seconda stagione tiene bene il passo, sulla falsa riga di Il fuggitivo (prima serie televisiva, poi film di grande successo con Harrison Ford), seguendo l'incredibile fuga degli evasi, braccati da sempre piu` nemici e con un finale sorprendente. E` da qui che si ha un calo nella sceneggiatura, la terza stagione infatti copia gran parte del suo svolgimento dalla prima, mentre la quarta e ultima stagione sconfina completamente nella fantapolitica, perdendo in questo modo il ritmo e le ambientazioni claustrofobiche che avevano decretato il successo di questa serie.
L'ultima puntata e` comunque commuovente, per chi ha seguito questa avventura fin dall'inizio, e certo questi evasi dal cuore d'oro ci mancheranno (come i loro tatuaggi).
L'ora d'aria e` finita, si torna in cella.
T.

domenica 24 maggio 2009

SE FOSSI UN PAPERO...

Nel 1987 ricevette 7 nominations ai RAZZIE AWARD vincendone 4,tra le quali quella di peggior film,e un'altra ai RAZZIE AWARD del 1990 come peggior film del decennio.Il produttore esecutivo GEORGE LUCAS si dissociò totalmente dalla pellicola.Sto parlando di Howard e il destino del mondo,film del 1986 diretto da Willard Huyck,tratto dall'omonimo fumetto della MARVEL.Considerato da molti come un pessimo film,è stato invece per me un importante punto di partenza.Probabilmente la mia giovane età(all'epoca avevo 6 anni) non mi ha portato ad una visione critica della pellicola,bensì ad affezionarmi alla fantascienza.



Forse nessuno si ricorda del regista,ma è molto conosciuto nell'ambiente del cinema come collaboratore di George Lucas e come autore di sceneggiature quali AMERICAN GRAFFITI e INDIANA JONES E IL TEMPIO MALEDETTO.
Io continuo a sostenere che sia un bel film,dalla storia alla colonna sonora,agli interpreti con un Tim Robbins alle prime armi e Lea Thompson(la madre di Marty McFly in "ritorno al futuro").Questione di gusti.Rock and roll! G.

sabato 23 maggio 2009

Angeli e demoni, in formato 8 millimetri.


Lo dico subito, a me (e anche a Gus) Angeli e demoni, regia di Ron Howard, non e` proprio piaciuto.
Le attese per le nuove avventure di Robert Langdon (Tom Hanks) erano alte, dopo Il codice da Vinci, anche se in realta` il romanzo "Angeli e Demoni" è un prequel di "Il Codice Da Vinci", il film, invece, è un sequel. Purtroppo si passano due ore e mezza, in giro per una Roma ricostruita e finta, tra enigmi banali e semplicissimi, tensione che rasenta la noia e dialoghi sul rapporto scienza - fede veramente imbarazzanti per quanto siano didascalici e scontati (Ewan McGregor che ti e` successo?). Inoltre i protagonisti, Robert Langdon (Tom Hanks) e Vittoria Vetra (Ayelet Zurer), sono delle enciclopedie viventi, sanno gia` ogni cosa, la sanno a memoria e basta chiedere per risolvere o capire qualsiasi mistero. Tutte le risposte sono gia` nelle loro teste, incredibile!
Ultima nota: l'attore nostrano Pierfrancesco Favino, qui comandante della Gendarmeria Vaticana, (come gli altri attori nel ruolo di solerti agenti delle nostre forze dell'ordine) e` tristemente solo uno stereotipo classico dell'italiano che siamo abituati a vedere in tv, che dice cose tanto improbabili da farci pensare che stia recitando in un film comico.
Giudizio conclusivo: un'occasione persa (e soldi che si vorrebbero chiedere indietro).

Poi torni a casa dal cinema, accendi la tv, ovviamente ad orari da terza serata, e vedi che stanno trasmettendo uno dei film che più mi ha colpito negli ultimi anni, 8mm - Delitto a luci rosse, regia di Joel Schumacher, anno 1999.



Un film di denuncia sicuramente, e per questo spesso volutamente sopra le righe, ma con un Nicolas Cage (all'anagrafe Nicholas Kim Coppola) in stato di grazia. Un viaggio all'inferno, tra violenza estrema ed emozioni a pagamento, dove però i veri cattivi in fondo siamo noi, non chi commette realmente questi crimini, perchè è la nostra noia e la nostra morbosa curiosità, che sfoghiamo davanti a uno schermo, che permettono a questo mondo di vivere e prosperare. E da questo incubo non si può che uscirne perdendo l'innocenza e il sonno, anche se si è guidati dalle migliori intenzioni.
Un film poco conosciuto ma una delle migliori interpretazioni del nipote di Francis Ford Coppola, secondo me, insieme a Via da Las Vegas, del 1995.
Cupo e senza speranza, come la banalità del male, per citare Hannah Arendt, e un grido per ricordarci il peso delle nostre responsabilità, anche su ciò che vediamo e che tolleriamo.
T.

venerdì 22 maggio 2009

Se John Grisham scrive bene, il piu` e` fatto...


Di questo scrittore statunitense, famoso per i suoi legal thriller, io ho letto solo Il socio, l'ho apprezzato molto, coinvolgente e ben scritto, come ho apprezzato il film tratto dal libro, del 1993, regia di Sydney Pollack, con Tom Cruise, Jeanne Tripplehorn e Gene Hackman. Un punto di forza e` sicuramente la colonna sonora, bellissima, curata da Dave Grusin.



Ieri mi e` capitato poi di vedere un altro bel film, La giuria, del 2003, regia di Gary Fleder, tratto da un altro suo libro. La pellicola puo` inoltre vantare un cast superbo: John Cusack, Gene Hackman, Dustin Hoffman e Rachel Weisz, tutti in ottima forma.

E allora, se vi piacciono i film che, in un modo o in un altro, iniziano, si svolgono o finiscono in un tribunale, queste pellicole, tratte da romanzi di John Grisham, certo non potranno deludervi. Per la semplice ragione che la sceneggiatura si regge completamente sul romanzo, non se ne allontana mai, quindi non si rischiano trame risibili o scontate. Detto questo, ovviamente, la bravura del regista di turno e dei suoi collaboratori sta nel rendere, in modo fedele e coinvolgente, sullo schermo, l'ottima trama che si delinea nei suoi mai brevi romanzi.

Quindi vi consiglio anche altri film, che mi e` capitato di vedere, tratti dalla mente geniale di questo scrittore, prima, guarda caso, avvocato per una decina di anni nel glorioso Stato del Mississippi.



Penso a Il rapporto Pelican, del 1993, diretto da Alan J. Pakula e con interpreti del calibro di Julia Roberts e Denzel Washington.

E poi a Il cliente, del 1994, regia di Joel Schumacher, con Susan Sarandon e Tommy Lee Jones.





E come dimenticarsi di Il momento di uccidere, del 1996, regia sempre di Joel Schumacher, tratto dal primo romanzo di John Grisham. I nostri eroi, in questo caso, sono Matthew McConaughey, Sandra Bullock, Samuel L. Jackson e Kevin Spacey.








E per finire, L'uomo della pioggia, del 1997, regia del grande Francis Ford Coppola. E anche qui bravi attori come Matt Damon e Danny DeVito.



Come si vede registi importanti, attori ed attrici famosi, si sono cimentati con le storie di avvocati, truffe, omicidi e giurie di John Grisham. Il motivo e` semplice... meta` del lavoro per fare un bel film lo ha gia` fatto lui.
T.

giovedì 21 maggio 2009

"I grandi artisti non copiano, rubano"

Aspettando di vedere Inglourious Basterds (Bastardi senza gloria), non si puo` non parlare di uno dei registi (anche sceneggiatore, Dal tramonto all'alba uno su tutti) piu` interessanti del cinema statunitense contemporaneo: Quentin Tarantino.
Ora, si potrebbe ingannare il tempo parlando delle sue origini, del suo stile e di cio` che lo ha influenzato (nel bene e nel male) ma per tutto questo e` piu` facile rimandarvi alla scheda di Wikipedia dedicatagli.
La mia intenzione e` solo di fargli un piccolo tributo, riproponendo scene tratte da 5 suoi geniali lungometraggi. In qualche modo per ringraziarlo delle bellissime ore passate in sua compagnia. Tutto qui.
Pronti? Via.

Da Le Iene (Reservoir Dogs), 1992.



Da Pulp Fiction, 1994.



Da Jackie Brown, 1997.



Da Kill Bill (Kill Bill vol. 1 e Kill Bill vol. 2), 2003 e 2004.



Da Grindhouse - A prova di morte (Death Proof), 2007.



Arrivati.
Divertiti? Allora possiamo aspettare insieme.
T.

mercoledì 20 maggio 2009

A lezione dagli Italiani. Parte 1

Finita la quinta stagione di Lost, ribadendo la caduta (leggera, niente panico) di qualita` rispetto alle prime tre, mi capita di pensare alle serie tv nostrane, riconoscibili in pochi secondi per l'imbarazzo e il disagio che creano nel vederle. Purtroppo, e lo dico sinceramente.
Per quanto riguarda i lungometraggi, la situazione e` simile ma non cosi` tragica. Ci sono e, soprattutto, ci sono stati film italiani che non hanno nulla da invidiare ai migliori copioni europei ed americani, anzi sono stati dei veri punti di riferimento per l'intera Storia del Cinema.
Tutto cio` per dirvi che volevo iniziare, con questo post, a segnalarvi bei film italiani, la maggior parte non proprio recenti, che, secondo me, vale sempre la pena vedere e rivedere.
In fondo anche gli italiani, se vogliono, le cose le sanno fare bene.

Il primo film e` del 1950 ed e` il primo lungometraggio diretto da Michelangelo Antonioni. Si intitola Cronaca di un amore e ha come protagonisti due attori fantastici, Massimo Girotti (che di film, nella sua carriera, ne ha fatti veramente tanti, da Ossessione di Luchino Visconti a Caccia tragica di Giuseppe De Santis, da Senso sempre di Luchino Visconti a Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, solo per citarne alcuni) e la bellissima Lucia Bosè (Miss Italia nel 1947, anche lei di film ne ha girati veramente tanti ma vorrei qui ricordarla come madre del cantante Miguel Bosé).
Un vero film noir italiano, che ha anche il vantaggio di mostrare una Milano, di quasi 60 anni fa, in tutta la sua bellezza, che mantiene alta l'attenzione e la curiosita`, grazie soprattutto ai dialoghi fra i due protagonisti. Film che, a differenza di altri lavori di Antonioni, non risulta essere troppo pesante o eccessivamente lento. Provare per credere!




Il secondo film che vi consiglio e` del 1962, Il sorpasso di Dino Risi, con il grande Vittorio Gassman e l'ottimo Jean-Louis Trintignant (apprezzato anche in Un uomo, una donna di Claude Lelouch e in Z - L'orgia del potere di Costa Gravas, per esempio).
Un viaggio in auto, sempre piu` veloce, attraverso l'Italia del benessere e del boom economico, per crescere, conoscersi ed, infine, purtroppo perdersi.
Un film ancora attuale sotto molti aspetti, un finale indimenticabile, un ritmo incalzante e scene degne della migliore "commedia all'italiana".
Se vi sembra poco.
T.

martedì 19 maggio 2009

La Mossa Kansas City di Keyser Soze

Ieri sera in tv, ovviamente in seconda serata, mi e` capitato di rivedere il bellissimo Slevin, film del 2006, diretto da Paul McGuigan.
Ecco di seguito alcune scene molto divertenti.



Ora, cio` che fa di questo film un'opera magistrale, a mio modo di vedere, e` una sceneggiatura che riesce a riallacciare tutti i fili, portati avanti per un'ora e mezza, in un'unico disegno finale, geniale ed imprevedibile, senza incongruenze o passi falsi. Una storia sapientemente costruita e narrata quindi, e questo non e` poco, visti i tempi e i troppi film che affollano i nostri cinema e le nostre televisioni.
E se parliamo di un'opera zeppa di enigmi e scatole cinesi, con una sceneggiatura veramente di qualita`, non si puo` non pensare ad un altro film, di qualche anno piu` vecchio: I soliti sospetti.
Vincitore di 2 Oscar nel 1996: miglior attore non protagonista (il bravissimo Kevin Spacey) e miglior sceneggiatura originale. Cosa si puo` aggiungere su questo film di Bryan Singer, non ancora immerso nel mondo Marvel degli X-Men? Niente, per non rovinare nulla ad uno dei migliori film gialli di tutti i tempi (che deve sicuramente molto ad altra opere di questo genere, italiane anche) ma che riesce a dimostrare, se ce ne fosse bisogno, come sia fondamentale una sceneggiatura di ferro, e non attori famosi o milioni di effetti speciali (un giorno parlero` del tristemente e lungamente atteso Indiana Jones 4), per raccontare una storia che, anche ad anni di distanza, riesca ancora ad affascinare e coinvolgere.
T.

venerdì 15 maggio 2009

PROVERBIO DEL GIORNO: il vino buono sta anche nella botte piccola.

Non so perche` ma oggi mi sono ritrovato a parlare ancora una volta del fantastico, seppur poco conosciuto, Willow, film del 1988 diretto da Ron Howard e da un soggetto di George Lucas.



Certo l'eroe del film e` e rimane il divertente e attaccabrighe Madmartigan, ovvero un giovanissimo Val Kilmer, ma questa volta mi sono concentrato sul vero protagonista, Willow appunto, che altri non e` se non Warwick Ashley Davis, attore inglese affetto da nanismo (apprezzato da Guerre Stellari a Harry Potter, passando per Labyrinth e i due film sui tenerissimi Ewok).
Ora, io ho nel cuore questo film, fantasia ed avventure a non finire, e questo mi ha fatto pensare se ci fossero altre belle pellicole, con un attore colpito da questo tipo di anomalia. E me ne sono venute in mente due, entrambe splendide.

La prima e` Station Agent, del 2003, diretto da Thomas McCarthy.



Commuovente storia della mai semplice nascita di una vera amicizia fra una donna piegata dai dolori di una vita, un giovane venditore logorroico ed esuberante e Peter Dinklage, affetto da nanismo, qui appassionato di treni e di fermodellismo (riproduzioni in scala di ferrovie) che riceve in eredita` una piccola ma vera stazione ferroviaria, in disuso, in uno sperduto paesino di campagna. Un'ora e mezza di poesia senza stress, da assaporare appunto nella sua lentezza di una vita finalmente basata sui rapporti umani, prima di qualsiasi altra cosa.

La seconda pellicola e` In Bruges - La coscienza dell'assassino, del 2008 scritto e diretto da Martin McDonagh.



Questo film ha incassato pochissimo ma e` riuscito, in maniera atrocemente reale, a mostrare il contrasto fra la calma e la bellezza della citta` belga di Bruges e le angoscie, le debolezze e l'emarginazione che accomunano i protagonisti, sicari spietati, ma pieni di dubbi sul loro futuro, in vacanza forzata e un attore nano di un set bizzarro ed improbabile,Jordan Prentice in questo caso.

Per finire voglio ricordare Kenny George Baker, attore inglese alto 112 cm, famoso per il suo ruolo di R2-D2, noto anche come C1-P8, nella saga di Guerre Stellari, del regista George Lucas.



Tutto questo per cosa? Non so, forse niente se non consigliarvi questo film, in caso vi fossero sfuggiti... e magari rendere omaggio insieme a me ad alcuni ottimi attori che, non per colpa loro, non vedremo mai spesso su riviste o servizi alla tv.
T.

giovedì 14 maggio 2009

"Are we human or are we dancers?"

Questa frase del giornalista e scrittore statunitense Hunter Stockton Thompson, ripresa dagli ormai famosissimi The Killers di Las Vegas, e` una triste considerazione sulla persona, che ha perso il libero arbitrio e la voglia di scegliere, per lasciare spazio a un ballerino che segue, piu` o meno volentieri e consapevolmente, una coreografia, preparata per lui, come una marionetta che senza fili perderebbe il senso della sua esistenza.
E` una frase, o un aforisma, che puo` essere capovolta e contestata ma anche apprezzata per la sua crudele sincerita`. E la visione di alcuni film, tre in particolare (per non citare Un oscuro scrutare, di cui abbiamo gia` parlato), puo` aiutare a scavarla piu` a fondo e sotto una delle tante prospettive possibili.

Senza voler fare un discorso profondo e per questo lungo e noioso, vi consiglio di vedere Paura e delirio a Las Vegas, regia del grande Terry Gilliam, tratto appunto da un libro dello scrittore prima citato.



Un Johnny Depp e un Benicio Del Toro in gran forma, per una critica, sotto gli effetti di qualsiasi tipi di droga, senza sconti al Sogno Americano, degli anni '70 come di oggi. Un'allucinazione continua per vedere l'allucinante vita a cui ci siamo e ci hanno abituati.

Fate una pausa e poi riprendete con Drugstore Cowboy, regia di Gus Van Sant.



Ancora America, ancora anni '70 (non certo un caso se, dopo la contestazione e le grandi speranze degli anni '60, sia rimasta solo la disillusione e la grigia realta`, da colmare e colorare con sostanze illegali o no). Quattro persone che non vogliono crescere, vogliono continuare ad essere bambini e pensare solo a giocare. Un gioco pero` pericoloso e squallido, forse tanto quanto la realta` e la vita reale che aspetta chi cerca di crescere e tornare a vivere onestamente, secondo le regole della societa` cosiddetta civile.
« In fondo sapevo che non avremmo mai potuto vincere, il nostro era un gioco in perdita. Non potevamo vincere, anche nella migliore delle ipotesi »
Questa frase che apre il film non puo` non riportarci di nuovo a Philip Dick e al suo, terribilmente bello, Un oscuro scrutare (A Scanner Darkly, 1977). La droga come problema sociale ed individuale, vista come un gioco consapevole di autodistruzione ma appunto per questo capace di mostrare la vita, e la realta`, per quello che e`... e di solito non e` proprio cosi` bella come la si vorrebbe.

Stringete i denti e concludete con The Addiction - Vampiri a New York, regia di Abel Ferrara.



Il titolo è traducibile in italiano con La dipendenza: il riferimento diretto è quello alla droga, che parallelamente al vampirismo costituisce la metafora principale del film. Oggetto della dipendenza non è né la droga né il vampirismo, usate appunto come metafore, ma il male... perche` non solo il male è indagato come onnipresente, inevitabile, costitutivo dell'uomo e della sua storia, ma anche la redenzione della protagonista è ostacolata, ed è raggiunta solo grazie a un annullamento del sé.
Queste parole, prese da Wikipedia, rendono bene l'ultimo tassello che puo` aiutare ad interpretare la frase da cui tutto questo discorso e` partito.
Siamo uomini o burattini?
Del resto anche la canzone Master of Puppets dei Metallica , un suo punto di vista su questo argomento ce lo puo` dare:

Fine della rappresentazione, che si sgretola
Io sono la tua risorsa di auto-distruzione
Le vene che pompano con paura, assorbendo il più cupo del sereno
Portandoti verso la costruzione della tua morte
Provami e vedrai
Che hai bisogno di qualcosa in più
Tu sei dedicato a
Come ti dovrò uccidere
Arriva strisciando più veloce
Obbedisci al tuo capo
La tua vita brucia più velocemente
Obbedisci al tuo capo
Capo
Capo dei burattini
sto muovendo le tue corde
Distorcendo la tua mente e distruggendo i tuoi sogni
Accecato da me, non puoi vedere nient'altro
Chiama solo il mio nome, perchè ti sentirò gridare
Capo
Capo...


E dato che questo post e` partito con una citazione anche di un'altra canzone, che io amo molto, mi sembra giusto finire con loro, The Killers, e la bellissima Human:

E sono in ginocchio
A cercare la risposta
Siamo umani?
O siamo ballerini?


Gia`... bella domanda.
T.

lunedì 11 maggio 2009

SARAH CONNOR e l'attesa


Finita la seconda stagione e non certi di una terza, si possono tirare un po' le somme di questa serie tv che, in America, ha avuto, almeno all'inizio, ascolti record.
Non sono gli attori, tranne forse la protagonista Lena Headey, gia` apprezzata nel film Gossip del 2000, a colpire tanto da seguire tutte le loro incredibili avventure, fra salti nel tempo e dubbi amletici (anche se e` divertente vedere un Brian Austin Green invecchiato combattere contro robots del futuro, rispetto ai tempi di David di Beverly Hills 90210).
Non sono neanche gli episodi ad intrigare piu` di tanto. Le trame sono abbastanza prevedibili e gli effetti speciali non reggono il confronto con i film.
Ecco appunto, parliamo dei film.
Questa serie, Terminator: The Sarah Connor Chronicles, e` arrivata dopo i tre capitoli di Terminator, anche se, a livello cronologico della storia, si colloca dopo il secondo, seguendo una linea temporale diversa da quella che avrebbe portato ai fatti narrati nel terzo film della serie.
Secondo me i primi due capitoli della saga, Terminator del 1984 e Terminator 2: Il giorno del giudizio, del 1991, sono due capolavori del genere, visivamente potentissimi (nonostante, o forse no, Arnold Schwarzenegger ma grazie sicuramente al lavoro di James Cameron, regista e sceneggiatore), tanto da aver creato un possibile futuro, incredibilmente reale per quanto drammatico, nella mente di tutti noi. Il terzo capitolo, Terminator 3: Le macchine ribelli, del 2003, perde molto, troppo, rispetto ai primi due. Nonostante gli effetti speciali, da milioni di dollari, la mancanza di idee e di fascino, e di James Cameron, salta all'occhio fin dall'inizio. E` quindi un bene che la serie tv riprenda i fili dal secondo capitolo, ignorando completamente il capitolo successivo.
Ed ecco il vero punto di forza di questo prodotto televisivo: l'attesa, che indubbiamente riesce a creare, nei confronti del nuovo capitolo della saga, Terminator Salvation, in uscita tra poche settimane anche in Italia. Le aspettative sono notevoli, si spera che il livello sia alto come ai tempi dei primi due episodi, e gia` si parla di una probabile nuova trilogia, alla Matrix per intenderci.
Sarah Connor, con le sue avventure di mamma mai troppo apprensiva nei confronti del figlio, salvezza di tutto il genere umano in un futuro di guerra e distruzione totale, tiene vivo il ricordo dei film di James Cameron e lascia una buona speranza che il quarto capitolo possa essere un capolavoro, sia a livello visivo che di sceneggiatura (c'e` Paul Haggis fra gli altri, gia` sceneggiatore di Million Dollar Baby).
Unica nota negativa, o sarebbe meglio dire di ingratitudine: sembra che Terminator Salvation, poco o niente prendera` da questa serie tv. Un vero peccato, visto il suo indiscutibile merito di aver tenuto, per due stagioni, tutti i numerossimi fans della guerra tra uomini e macchine, svegli ed in attesa...
T.

giovedì 7 maggio 2009

X-Files + Lost = FRINGE


Ormai vicini alla fine della prima stagione e con una seconda finalmente confermata, posso parlare di una delle serie televisive piu` coinvolgenti degli ultimi anni, FRINGE appunto.
Ideatore e` il geniale JJ Abrams, e su di lui non aggiungo altro (per ora). I tre protagonisti sono la sconosciuta (fino ad ora) Anna Torv, semplicemente stupenda nella sua recitazione e con una mimica facciale incredibile, nel ruolo di un'agente dell'FBI specializzata in crimini impossibili da spiegare (e risolvere) razionalmente, John Noble, gia` visto nella trilogia del Signore degli Anelli, qui nelle vesti di genio "leggermente" pazzo, e il simpatico Joshua Jackson, gia` Pacey nella serie televisiva Dawson's Creek, figlio dello scienziato, geniale anche lui ma piu` attaccato alla realta` rispetto all'incredibile e assurdo padre.

Ogni puntata un mistero da risolvere, un po' sullo stile dell'ormai vecchio ma famosissimo X-Files di Chris Carter, e una stagione intera per capire come tutto sia collegato, a vari livelli, e come le vere risposte ai misteri siano ben lontane dall'essere comprese e spiegate, come ancora ci insegna Lost.
Inoltre certe cupe ambientazioni cittadine e certi temi da apocalisse imminente, ricordano anche il meno conosciuto Millennium, sempre dal creatore di X-Files.

Trame avvincenti e mai banali, convincenti per quanto ci spingano, sempre piu`, verso scienze (e realta`) di confine (Fringe, appunto). E un disegno generale, da mozzare il fiato, che piano piano inizia a concretizzarsi sotto la solida guida del padre di Lost.

Insomma i presupposti ci sono tutti affinché quasta serie continui ad essere una delle piu` originali ed interessanti del momento. Amanti di Lost e nostalgici di X-Files, venite a scoprire che mistero si nasconde sotto questa nuova realta`.
T.

martedì 5 maggio 2009

INVASION e` brutto ma THE CODE e` peggio!




Mi sembra giusto dedicare qualche riga a due fra i piu` brutti film visti in DVD in questi ultimi giorni.

Partiamo da INVASION, remake di L'invasione degli ultracorpi (1956). Incredibile ma vero, Nicole Kidman e Daniel Craig non riescono, nemmeno per un attimo, a rendere verosimile ed intrigante questo dramma fantascientifico. Basti dire che le persone colpite dal virus alieno, divenute prive di sentimenti ed emozioni, suscitano piu` ilarita` che altro per i loro sguardi svampiti e i movimenti robotici... proprio degni di una recita scolastica. Una invasione di risate per un film che dovrebbe tenere alta la tensione dall'inizio alla fine!

Passiamo a THE CODE, film che parte con delle premesse ottime, la regia di Mimi Leder e due attori del calibro di Morgan Freeman e Antonio Banderas. Speranze vane! I due ladri, sempre perfetti in tutto e mai stanchi o spaventati, si inventano rapine improbabili con mezzi sempre piu` assurdi,il TRASDUTTORE ULTRASONICO per esempio(basta quasi pronunciare i loro incapibili nomi per averli a disposizione!).Gli ultimi 5 minuti cercano di rimescolare le carte sullo stile de I soliti sospetti, ma e` troppo tardi e il tentativo fa soltanto pena per quanto si e` visto (e sentito) nelle due ore prima!
Perche` vi parlo di questi due film, a mio modo di vedere, orrendi?
Perche` non perdiate soldi e tempo, se vi capitasse di incontrarli una sera, come invece purtroppo ho fatto io! T. (che vi vuole bene).

domenica 3 maggio 2009

MOLTO MEGLIO IN DUE...

Per quanto io non abbia gusti molto particolari in ambito cinematografico(un bel film è un bel film),ci sono elementi che conferiscono un vero e proprio valore aggiunto.
Prendiamo ad esempio i film d'azione:quelli che mi sono rimasti più nel cuore,quelli che ricordo volentieri anche dopo 15 anni basano buona parte della pellicola sul rapporto tra due protagonisti,esilaranti nelle battute scritte su misura per loro ma anche dalle capacità espressive non comuni.
Mi viene in mente un film che ritengo una pietra miliare nella mia classifica personale,L'ULTIMO BOY-SCOUT(1991).Bruce Wiilis,investigatore privato che indaga sulla morte della fidanzata del suo idolo,Damon Wayans,giocatore di football americano cacciato dalla lega professionistica:sarcasmo,insulti,doppi sensi,volgarità dall'inizio alla fine.Il risultato è un pieno d'azione e soprattutto risate a non finire.



Indubbiamente Bruce Willis è un partner azzeccato,basta ricordare un altro capolavoro degli anni 90, DIE HARD-DURI A MORIRE(1995).Il compagno d'avventure questa volta è Samuel L.Jackson(Zeus),tra esplosioni,corse contro il tempo,lingotti d'oro scomparsi,strani indovinelli...tutto questo accompagnato da dialoghi da morir dal ridere.
-Si sente tranquillo signore? Si sta divertendo? Non per farmi gli affari suoi, ma quando un bianco se ne sta su un marciapede di Harlem con un cartello che dice "io odio i negracci", o ha delle serie motivazioni personali, o ha il cervello incrostato di fuliggine!- (Zeus)



Ci sarebbe un altra coppia che meriterebbe di essere citata,due grandi del cinema hollywoodiano,Sean Connery ed Harrison Ford.
Naturalmente sto parlando del genere d'avventura, INDIANA JONES E L'ULTIMA CROCIATA(1989),terzo episodio della famosa tetralogia di Spielberg.Un'interpretazione molto più diffcile,perchè oltre ad essere compagni di viaggio,nel film sono anche padre e figlio:non mancano le risate grazie alla grande espressività dei due protagonisti,soprattutto Sean Connery,molto abile nel ruolo di padre.Siete d'accordo anche voi?Beh,spero di sì...
G.

sabato 2 maggio 2009

MIYAZAKI sulla scogliera



Cosa dire di un artista che ci ha regalato in piu` di 30 anni di carriera, serie tv come Lupin III e Conan, il ragazzo del futuro, e opere incredibilmente potenti, per quanto riescano a far viaggiare la nostra immaginazione, come Nausicaä della Valle del Vento (1984), Laputa: il castello nel cielo (1986), Il mio vicino Totoro (1988), Kiki consegne a domicilio (1989), Porco rosso (1992), Principessa Mononoke (1997), La città incantata (2001), Il castello errante di Howl (2004) e il recente Ponyo sulla scogliera (2008)?
Un artista, appunto, che crea opere, che non sono "solo" film d'animazione, con un inconfondibile tratto grafico, tematiche complesse e profonde, sebbene trattate spesso da un punto di vista semplice e fiabesco, e pensate per un pubblico adulto, senza pero` voler allontare i piu` piccoli, e non il contrario come accade da noi.
La sua popolarita` cresce, lenta ma costante, in tutto il mondo, tanto che la Disney ha deciso di acquistare i diritti di distribuzione delle sue opere. Due realta`, Disney e Studio Ghibli, che magari ogni tanto si sfiorano ma che provengono da concezioni totalmente opposte e portano avanti obiettivi di divertimento assolutamente non identici ma forse complementari (come ha sempre insegnato bene il prof. Giannalberto Bendazzi). Due potenze nel campo dell'animazione che si dividono i nostri favori e gli incassi dei botteghini e che speriamo, un giorno, di potere vedere sfidarsi ad armi (e mezzi) pari. Nel frattempo Hayao Miyazaki, dall'altissima scogliera della sua immaginazione, ci guarda e sorride. Di questo se ne sono convinto. T.

UN ASSAGGIO DEI MIEI ANNI 80

Ma ve li ricordate i favolosi anni 80?Incollati al televisore guardando un telefilm dietro l'altro,affascinati da "supereroi" reali,persone come noi che combattevano il male.


Quando l'indagine scientifica era appena accennata e i criminali venivano inseguiti con FORD GRAN TORINO rosse sulle autostrade,in città o in periferia.Allora c'erano STARSKY & HUTCH a intrattenerci.Inseguimenti e sparatorie,incontri con belle donne e altri meno piacevoli con l'informatore HUGGY BEAR.La serie è uscita in Italia nel 1979 e ci accompagna ancora oggi.






Non mi dimentico certamente dei CHIPS ,che sfrecciavano alla fine degli anni 70 sulle infinite freeway di Los Angeles in sella alle mitiche Kawasaki 900 Police.Chi non conosce Poncherello?Mitico!






Un eroe degli anni 80,meno conosciuto di altri,è il grande RALPH SUPERMAXIEROE,un insegnante che riceve dagli extraterrestri un costume che gli conferisce grandi poteri.Non avendo un manuale d'istruzione,il risultato è un supereroe maldestro e impacciato.



tutti ricorderanno KNIGHT RIDER alias SUPERCAR con David Hasselhoff alla guida di KITT,un'automobile controllata da un'intelligenza artificiale,in lotta contro il male.Purtroppo non ha un finale vero e proprio perchè la serie fu interrotta per un repentino calo degli ascolti.Un vero peccato,direi.


E vi ricordate di un certo gruppetto di ex soldati soliti a gironzolare per gli USA su di un furgone GMC nero?
« Nel 1972 gli uomini di un comando specializzato operante in Vietnam vennero ingiustamente condannati da un tribunale militare. Evasi da un carcere di massima sicurezza, si rifugiarono a Los Angeles vivendo in clandestinità. Sono tuttora ricercati, ma se avete un problema che nessuno può risolvere - e se riuscite a trovarli - forse potrete ingaggiare il famoso A-TEAM. »


Una serie tv che ho riguardato volentieri anche negli ultimi anni è sicuramente HAZZARD,con i fratelli Duke alla guida del mitico Generale Lee,una Dodge Charger del 1969 color arancione decorata con la bandiera degli Stati Confederati d'America.Le avventure di una famiglia di "pentiti" distillatori e contrabbandieri di whiskey alle prese con un boss locale(BOSS HOGG)e con lo sceriffo ROSCO P.COLTRANE.Per chi non ha mai visto un'automobile volare...

G.

venerdì 1 maggio 2009

THE SNATCH-LO STRAPPO



Incredibile serie di eventi scatenati dal furto di un prezioso diamante.Un film d'azione e allo stesso tempo molto divertente,arricchito da un grande cast in una cornice tutta londinese.Personaggi alquanto particolari in cerca di riscatto coinvolti in una caccia senza esclusione di colpi.Il regista è GUY RITCHIE che si era distinto già un anno prima con LOCK & STOCK-PAZZI SCATENATI; sua è anche la sceneggiatura,originale,capace di tenere incollati al video gli spettatori grazie anche all'ottimo montaggio.
Da vedere e rivedere.Provare per credere. G.

COME DISSE LA MOGLIE DI MATUSALEMME DOPO UNA SCOPATA:"CE LA FAI A RIPETERE?" (Testa Rossa)