Arrivata alla terza stagione, Californication non smette di essere graffiante ed intelligente. Contenuti ed immagini esplicite, discorsi ad alto tasso di volgarità e per questo reali come non mai, e un intero mondo che gira intorno ad una sola ed unica cosa... David Duchovny, già X-Files già Red Shoe Diaries (una tristezza softcore), quì dà il meglio di sè, creando e sviluppando un personaggio odioso e infinitamente buono come lo scrittore, con troppi vizi e con troppe donne, Hank Moody. Episodi da 20 minuti, tirati e con dialoghi e sceneggiature sempre potenti. Da vedere... anche per il coraggio dimostrato nel fare un passo in avanti verso quella tanto desiderata libertà d'espressione, anche nel mondo, relativamente giovane e nuovo a questo tipo di rivoluzioni, delle serie tv. Don’t Californicate, if you can. T.
Mia: Non odi tutto questo? Vincent: Odio cosa? Mia: I silenzi che mettono a disagio… Perché sentiamo la necessità di chiaccherare di puttanate per sentirci più a nostro agio? Vincent: Non lo so… È un'ottima domanda. Mia: È solo allora che sai di aver trovato qualcuno speciale... quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.
Si sta come d'autunno.
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Come dicevo poche righe (e circa un anno) sotto, l'autunno e questo piccolo
blog vanno molto bene insieme.
Saranno le domeniche pigre, e quella di oggi acci...
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